Dalla raccolta dei dati all’integrazione su WhatsApp o su un sito web, scopri in questa guida completa come progettare, testare e implementare un assistente AI ad alte prestazioni adatto a tutti i tuoi obiettivi!
Fase 1: raccolta e preparazione dei dati per il chatbot
Un chatbot per le risorse umane non avrà le stesse aspettative o le stesse fonti di dati di un chatbot per l’e-commerce o di un assistente sportivo personale. Ognuno di questi assistenti virtuali si distinguerà per la pertinenza delle risposte, l “affidabilità delle interazioni e, soprattutto, il ritorno sull” investimento!
Per cominciare, devi definire con precisione il campo di applicazione del tuo chatbot: si tratta dell “insieme di casi d” uso concreti che il tuo chatbot dovrà coprire:
- A seconda delle interazioni ricorrenti da automatizzare e del contesto aziendale o personale in cui viene utilizzato
- Prendendo in considerazione i problemi degli utenti da risolvere, come la mancanza di informazioni, le attività ripetitive o le richieste frequenti;
- Infine, pensa ai canali di distribuzione del chatbot: sito web, WhatsApp, intranet, ecc.
Successivamente, è necessario raccogliere i dati per consentire al chatbot di comprendere il contesto, rispondere in modo accurato e adattarsi alle esigenze dei tuoi utenti. Queste informazioni vengono utilizzate per alimentare il modello: documenti interni, FAQ, storia dei clienti o contenuti dei prodotti.
Più i dati sono chiari, strutturati e ben mirati, più il tuo chatbot sarà pertinente!
Scegli il tipo di chatbot GPT in base alle attività da automatizzare e ai dati disponibili.
Per aiutarti, ecco alcuni esempi di attività da automatizzare con un chatbot e i relativi dati da fornire. Per una visione a 360 gradi, abbiamo anche indicato il tipo di chatbot consigliato per l’attività automatizzata:
Attività da automatizzare | Tipo di chatbot GPT consigliato | Esempi di dati da raccogliere |
Rispondere a domande generali | GPT generalista (LLM lordo) | Nessuno specifico (modello pre-addestrato) |
Rispondere alle politiche interne (HR, legali) | GPT specializzato (tramite RAG) | Documenti interni, FAQ, database HR o legali |
Tracciamento delle richieste dei clienti, analisi dei log | GPT specializzato + integrazione IS (API, CRM, ITSM) | Dati provenienti dai sistemi aziendali (ticket, log, cronologia) |
Fornire raccomandazioni personalizzate | GPT personalizzato (RAG o prompt avanzato) | Dati dei clienti, preferenze, cronologia degli acquisti o dell’utilizzo |
Generare documenti o risposte automatiche | GPT + struttura dei modelli (moduli, PDF, email) | Documenti del modello, variabili da compilare |
Non dimenticare di utilizzare formati indicizzabili (TXT, HTML, CSV, JSON, ecc.)!

Passo 2: Scegliere la tecnologia e la piattaforma LLM giusta
La qualità del tuo chatbot dipende dal motore che lo alimenta: il suo LLM (Large Language Mode). Sarà questo LLM a generare le risposte, a comprendere le domande e ad adattarsi al contesto. La scelta dell’LLM per un chatbot dipende dal tuo budget e dai tuoi requisiti tecnici, ma anche dalla tua politica di sicurezza!
Creare un chatbot con GPT
Il più noto LLM è il GPT, sviluppato da OpenAI.
È potente, versatile e facile da implementare. GPT è un modello pre-addestrato progettato per produrre risposte fluide e mantenere il filo di una conversazione. Inizia con una fase di pre-addestramento su miliardi di testi, che gli fornisce una solida base di conoscenze generali.
In secondo luogo, il chatbot può essere personalizzato in due modi:
- Oppure con la messa a punto, una tecnica che prevede un nuovo addestramento sui dati aziendali;
- Oppure tramite un’architettura RAG (Retrieval-Augmented Generation), che gli permette di recuperare le risposte dai tuoi documenti interni per fornire risposte precise e affidabili.
I 3 migliori LLM per creare un chatbot (oltre al GPT)
Altri LLM sono altrettanto efficaci, a seconda delle tue esigenze:
- Claude (Antropica): questa IA americana assicura i dati e si concentra sul ragionamento;
- Gemini (Google): forte contesto e integrazioni con Google ;
- Mistral (open source): veloce, personalizzabile, senza dipendenza dal cloud
Poi devi scegliere una piattaforma adatta per lanciare il tuo chatbot, in base alle tue esigenze.
Quale piattaforma dovresti utilizzare per creare il tuo chatbot?
Ci sono diverse piattaforme che puoi utilizzare per creare il tuo chatbot, a seconda del tuo livello tecnico:
- Se sei agli inizi, usa ChatGPT (versione Plus). Puoi creare un assistente personalizzato senza bisogno di codificare, direttamente dall’interfaccia. È facile e veloce.
- Se vuoi integrare il tuo chatbot in un sito o su WhatsApp, rivolgiti a piattaforme esperte come Botnation AI!
Fase 3: Sviluppo: integrazione front-end e back-end del chatbot GPT
Una volta che il modello e i dati sono pronti, arriva la fase tecnica: collegare il chatbot al tuo ambiente digitale: nell’interfaccia utente (front-end) o nei sistemi interni (back-end). O entrambi!
Integrare il chatbot GPT nel front-end: dove e come viene visualizzato il chatbot
Il front-end è l “interfaccia visibile all” utente. Il tuo chatbot può essere integrato in :
- Un sito web vetrina (WordPress, Webflow, HTML) ;
- Un sito di e-commerce (Shopify, WooCommerce, Prestashop) ;
- Applicazioni web (portale clienti, intranet) ;
- Oppure servizi di messaggistica come WhatsApp, Messenger, Slack e Teams.
Per integrare un chatbot GPT nel tuo sito o nella tua applicazione, ci sono generalmente diverse possibilità, come :
- Il modo più semplice è inserire uno script JavaScript direttamente nel codice delle tue pagine;
- Usa un iframe o un widget pronto all’uso.
Alcune piattaforme, come Botnation, offrono addirittura integrazioni native, come ad esempio un plugin per chatbot per WordPress, Shopify o WooCommerce. Infine, per esigenze più complesse, puoi utilizzare un’API fornita da una soluzione di terze parti.

Collegare i sistemi e automatizzare le risposte nel back office
Il back-end permette al chatbot di vivere in profondità: accede ai dati, attiva le azioni e segue gli utenti. Per fare questo, hai bisogno di :
- Collega il chatbot ai tuoi strumenti aziendali: CRM, ERP, HRIS, database dei prodotti, ecc;
- Attiva azioni automatiche: invia un’e-mail, apri un ticket, modifica una pianificazione, ecc;
- Accedi ai dati in tempo reale: magazzino, agenda, stato degli ordini, documenti interni.
A seconda della piattaforma utilizzata, il chatbot può essere integrato nel CRM in diversi modi:
- API o GraphQL ;
- Webhook personalizzati ;
- Connessioni a database SQL/NoSQL ;
- Integrazione con middleware come Zapier, Make o n8n;
- Utilizzo di connettori nativi (Zendesk, Salesforce, Jira, ecc.).
Passo 4: Testare il chatbot GPT prima del lancio
Un buon chatbot non dà la stessa risposta a tutti. Deve adattarsi a ogni utente: al suo profilo, alla sua situazione e alla fase del suo percorso (nuovo cliente, cliente fedele, dipendente, ecc.). Ad esempio, non risponderà allo stesso modo a una richiesta iniziale di informazioni o a un reclamo o a un promemoria interno.
Quindi, prima di lanciare il chatbot, devi testarlo!
Simulare scenari reali, immaginando i casi d’uso più frequenti
Crea diversi test del tuo chatbot con :
- Diversi profili (cliente, dipendente, prospect);
- Una varietà di situazioni (domanda semplice, frustrazione, richiesta complessa);
- Canali separati (web, mobile, WhatsApp).
Dai un’occhiata agli scenari tipici da testare per un chatbot AI!
Verifica la pertinenza delle risposte del chatbot
Il tuo chatbot deve sempre :
- Rispondi in modo chiaro e senza confusione;
- Suggerisci azioni concrete (CTA, moduli, link);
- Adatta il tuo tono: ad esempio, formale per il B2B, più leggero per il B2C;
- Non avere allucinazioni e non dare risposte sbagliate.
Test per vedere se il chatbot è efficace e si adatta al profilo dell’utente
Un buon chatbot è uno che si adatta:
- Storia dell’utente (nuovi clienti o clienti abituali) ;
- Il livello di informazione richiesto (esperto o principiante) ;
- Alla lingua, al canale e all’ora del giorno.
Ad esempio, un dipendente delle risorse umane avrà bisogno di informazioni interne, mentre un candidato cercherà una risposta generale sul processo di assunzione.
In particolare, è possibileautomatizzare il test dei chatbot, utilizzando strumenti specializzati come :
- Simulatori di interazione (Botium, TestMyBot);
- Cruscotti di analisi integrati (Botpress, Dialogflow);
- Registri di conversazione per correggere le deviazioni;
- Test di carico (per verificare il numero di utenti simultanei)
Test dei chatbot: indicatori chiave
Prima di lanciarlo, segui :
- Percentuale di intenzioni comprese correttamente;
- Tempo medio di risoluzione ;
- Tasso di escalation (necessità di un umano) ;
- Soddisfazione dell’utente (valutazione o feedback post-interazione).
Questi dati ti aiuteranno a stabilire le priorità delle modifiche da apportare prima che il tuo chatbot diventi operativo!
Fase 5: distribuzione del chatbot (web, applicazioni, messaggistica)
Lo sviluppo è completo, i test sono stati convalidati! È il momento di distribuire il tuo chatbot GPT: sito web, applicazione mobile, intranet, messaggistica o CRM. Questa fase non consiste solo nel “collegare” un widget… Devi pensare all “esperienza dell” utente, alla sicurezza, ai canali e alla manutenzione.
Scegliere i giusti canali di distribuzione
La scelta del canale di distribuzione del chatbot dipenderà in gran parte da :
- I tuoi utenti (clienti, dipendenti, partner)
- I tuoi usi (vendite, assistenza, servizi interni)
- Il livello di interazione previsto (asincrono, conversazione dal vivo)
Ecco i canali più popolari per un chatbot: sito web (tramite widget o script incorporato), applicazione mobile (tramite SDK o API), WhatsApp/Facebook Messenger; Slack, Teams, Discord (per uso interno); portali clienti o extranet.
Proteggere l’accesso e i dati del tuo chatbot
Distribuire un chatbot nella vita reale significa proteggere gli scambi del chatbot con i suoi utenti. Per renderli sicuri, considera :
- Autenticazione basata sui ruoli o SSO (soprattutto per B2B/intranet) ;
- Filtrare le richieste sensibili ;
- Registrazione delle conversazioni ;
- Crittografia dei dati (archiviazione + transito) ;
- Conformità al RGPD (opt-in, cancellazione dei dati, anonimizzazione).
Se utilizzi dati interni sensibili, opta per un hosting controllato o per una soluzione open source.
Integrare il chatbot negli strumenti esistenti
Per essere davvero utile, il chatbot deve interagire con i tuoi sistemi interni, quindi non dimenticare di integrarlo con gli strumenti esistenti: CRM (HubSpot, Salesforce, ecc.), ERP o strumenti di gestione, HRIS o portale HR, FAQ dinamiche o database di documenti, sistemi di ticketing (Jira, Zendesk, ecc.).
Seguito del chatbot
Una volta che l’assistente virtuale è online, deve essere monitorato regolarmente, in particolare per :
- Monitorare gli indicatori chiave di performance (tassi di interazione, soddisfazione, escalation, ecc.);
- Individuare le intenzioni incomprese;
- Aggiornare i dati (ad esempio documenti modificati, nuovi prodotti) ;
- Aggiungi nuovi scenari o funzioni.